Guerra e dopoguerra

Un confronto tra il clima che regna al Liceo nel primo e nell'ultimo anno del conflitto appare rivelatore. L'anno scolastico 1940/41 viene inaugurato con una cerimonia tenuta alla presenza delle autorità cittadine: docenti e studentii sono in divisa, cantano "L'Inno dell'Impero" e il preside, nel suo discorso, invita tutti ad impegnarsi a fondo "come esige la patria in armi".

 

Nella seduta iniziale dell'anno scolastico 1944/45, il Collegio dei docenti prende atto di una situazione divenuta incontrollabile ed afferma che si farà scuola come quando si potrà. Il compito dei docenti è di seguire, nei limiti del possibile, il lavoro degli studenti, che viene necessariamente in gran parte svolto a casa. Le incursioni aeree ed "il freddo intenso nelle aule non riscaldate", come recitano i documenti del tempo, contribuiscono, insieme con altre difficoltà, a rendere problematico ogni tentativo di dare anche solo una parvenza di normalità alla vita della scuola. Il preside, Lamberto Chiarelli, invita anche in quella circostanza i docenti "all'unità al di sopra di ogni questione di partito". Ma le lacerazioni della guerra civile e le inquietudini provocate da tutto quanto avviene al di fuori della scuola, si ripercuotono fatalmente anche al suo interno.

Il 25 Maggio del 1945, un mese dopo la fine del conflitto, il Collegio dei docenti è di nuovo insieme. All'ordine del giorno c'è la "ripresa dell'attività scolastica" e i verbali precisano che sono esclusi dalle riunioni "i professori che sono in attesa di giudizio per ragioni politiche". è in atto l'ennesima epurazione: anche il preside è sospeso dal suo incarico e viene sostituito dal professor Aldo Pasoli. Oltre a diversi docenti, l'epurazione colpisce anche i libri di testo: si possono adottare solo quelli approvati da un'apposita "Commissione per la defascistizzazione". Poi, con il tempo, la severità iniziale di questi provvedimenti si stempera: tipico il caso del preside, che verrà rimesso in servizio, ma presso Ferrara.

Il "Maffei" dell'immediato dopoguerra deve misurarsi soprattutto con gravissime difficoltà di ordine pratico. Manca tutto: l'edificio è danneggiato, e, se non ci sono più le incursioni aeree, continua il "freddo intenso nelle aule non riscaldate", tanto che gli studenti fanno degli "scioperi" per ottenere un po' di calore in più. Dal 1950, terminato il periodo di "Reggenza", il preside Pasoli esercita la sua funzione a pieno titolo e guida con mano ferma l'istituto. Lo farà fino alla morte, dando al "Maffei" l'impronta della sua personalità, ricca di doti umane e di una cultura vissuta con profonda partecipazione.

Alla fine degli anni cinquanta, la "ristrutturazione-distruzione" di cui si è detto pone termine all'epoca del "Maffei-convento". Il 9 aprile del 1963 il Ministro della Pubblica Istruzione Luigi Gui inaugura il nuovo edificio del Maffei. In questa occasione il ministro sottolinea l’importanza del liceo classico, “che è per eccellenza la scuola dell’uomo” e si complimenta “per l’armonia e la modernità della sede”.

La pressoché contemporanea scomparsa del preside Pasoli appare, a sua volta, destinata a segnare la fine di un ciclo. La nuova scuola media e la scolarizzazione di massa ad essa legata costituiscono il più ampio sfondo di un cambiamento che investe il Liceo, che dovrà attraversare, sia pure in forma meno esasperata di altre scuole veronesi, anche il periodo della cosiddetta "contestazione". 

Nel 1985 assume la presidenza il prof. Francesco Butturini: inizia un periodo di stabilità nella gestione dell’istituto, che è durata fino al 2011. In tale periodo rilevante è il rinnovamento della proposta educativa. Nel 1987-88 è avviata la sperimentazione del Piano Nazionale di Informatica (P.N.I.), che coinvolge l’insegnamento di matematica e fisica. Quindi l’anno successivo inizia la sperimentazione per l’insegnamento quinquennale della lingua straniera. Fondamentale nel 1997-98 è il coinvolgimento dell’Istituto in un “esercizio di sperimentazione dell’autonomia” che porta alla nascita del Progetto Lógos, articolato in tre indirizzi: il Liceo classico della comunicazione, il Liceo classico delle lingue straniere, e il Liceo linguistico. L’articolarsi delle proposte porta ad una costante crescita nel numero delle iscrizioni e dell’organico. Nel 2006-07 l’Istituto vanta 1525 iscritti, distribuiti in 67 classi, e si prepara a celebrare il suo secondo centenario di vita.

Quando si celebrò il primo, il Liceo fu definito "l'asilo più sicuro e rispettato della cultura cittadina".Cento anni più tardi, l’ obiettivo è fare in modo che si possa dire la stessa cosa adesso, rafforzando l'immagine di Verona come città-crocevia delle strade della grande cultura. I festeggiamenti hanno grande eco cittadina e nazionale: azioni di ricerca storica, eventi multimediali e teatrali, e una emissione filatelica, dedicata proprio al nostro Liceo. Giustamente, perché il Liceo Maffei di Verona è il più antico d'Italia in attività e uno dei più antichi e prestigiosi in Europa.

Pubblicato il 14-10-2015