Essere Rappresentanti degli Studenti

Essere rappresentanti degli studenti

Quando ci è stato chiesto di fare un articolo su cosa significasse essere rappresentanti, il foglio davanti a noi è a lungo rimasto vuoto. Cosa significhi esserlo è qualcosa che nemmeno noi sappiamo precisamente ora. Più che una carica,un compito, è un modo di comportarsi, un percorso di cui eravamo solo in parte coscienti. Sicuramente era chiaro che avremmo avuto molti impegni e poco tempo libero, tante cose da fare e poche persone disponibili. Forse però qualcosa che non potevamo immaginare così bene è il carico di responsabilità che ci si sente, il carico emotivo e mentale. Però le soddisfazioni e l’appagamento che si ha nel sapere di aver fatto quello che si doveva nel modo migliore possibile, anche quello è qualcosa che non ci saremmo mai immaginati tale.

I motivi per cui ci siamo candidati sono diversi tra noi, però sicuramente quello che ci accumuna è la voglia di fare qualcosa per questa scuola. Ma di cosa ci dobbiamo occupare in concreto? Innanzitutto dell’organizzazione della Giornata della Memoria e delle Assemblee Riunite; la prima si svolge il 27 gennaio e comprende conferenze, attività, dibattiti inerenti al tema della Shoah; le Assemblee riunite invece sono tre giorni di autogestione, durante i quali si svolgono diverse attività, conferenze, tornei sportivi ed altro… e tutto questo deve essere organizzato da noi rappresentanti, insieme con la giunta esecutiva del comitato studentesco.

Un altro aspetto su cui un rappresentante è impegnato è quello del mantenere i rapporti con il Dirigente Scolastico, segnalando problematiche e richieste da parte degli studenti; e c’è poi l’importante impegno del Consiglio d’Istituto, in cui si esercita direttamente la propria carica votando provvedimenti che riguarderanno la “vita” di tutta la scuola.

Le responsabilità che si hanno cambiano il modo in cui si vedono le cose e, nella maggior parte dei casi cambia anche quella che fino in quel momento era la tua vita. Nel prendersi altri impegni. Nell’uscire con gli amici o anche semplicemente nel dormire e riposare tutta la domenica, considerata la grande mole di studio che abbiamo, il primo pensiero è se c’è qualcos’altro che si deve, si può fare, come rappresentanti. Siamo noi stessi che ci ricordiamo cosa fare, ci sproniamo a vicenda dividendoci i mille impegni che ci siamo coscientemente presi l’incarico di svolgere.

In generale comunque questa carica richiede un impegno costante, assiduo e serio, anche semplicemente nel mantenere vivo il rapporto con gli studenti. Tale impegno è però del tutto ripagato dalla soddisfazione di sentirsi “cittadini” della scuola.

I Rappresentanti

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Pubblicato il 13-10-2015