La “grande esperienza”

 Circ. 487                                                                                                                                              Verona, 7 giugno 2024                               

 Alle Studentesse e agli Studenti

Classi Quinta annualità

Liceo Classico e Liceo Linguistico Scipione Maffei

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Oggetto: La “grande esperienza”

            Tra i “Pensieri” di Giacomo Leopardi, ce n'è uno che, quand'ero insegnante, sempre mi piaceva leggere in classe con i miei Studenti e Studentesse dell'ultimo anno, poco prima della fine della scuola.

                È il Pensiero LXXXII, quello in cui il poeta scrive della grande esperienza di sé che ciascuno di noi dovrebbe aspirare a vivere, a meno che non voglia uscire dalla vita come un bambino, poco altrimenti che non nacque.

                La grande esperienza di sé, invece, fa sì che ogni persona possa conoscere la natura e il temperamento proprio; in tal modo, sperimenta la misura delle proprie facoltá e delle proprie forze; e oramai può far giudizio se e quanto gli convenga sperare o disperare di sé.

                È l'amore, scrive Leopardi, sono le grandi passioni, ma anche i bisogni e gli infortuni che la vita ci riserva, a consentirci questa straordinaria opportunità che fa comprendere ad ognuno di noi qual luogo gli sia destinato nel mondo.

                Ecco, nel salutarvi, giunte e giunti ormai alla fine del percorso liceale, spero che il nostro Liceo possa essere stato per voi uno spazio dove poter vivere questa “grande esperienza”.

                E come non augurarvi, con affetto e riconoscenza, che la vita che vi attende possa offrirvi sempre grandi esperienze, che sia essa stessa, in fondo, un’unica, grande esperienza.

                Che essa si presenti davanti al vostro sguardo curioso e appassionato sempre con un aspetto nuovo, […] di cosa udita in veduta e d’immaginata in reale.

                Che nell’affrontare le fatiche e le prove dell’esistenza, ciascuno e ciascuna di voi possa sempre ritrovarsi forse non piú felice, ma per dir cosí, piú potente di prima.

               

                Buona vita!

 

   Nessuno diventa uomo innanzi di aver fatto una grande esperienza di sé, la quale rivelando lui a lui medesimo, e determinando l’opinione sua intorno a sé stesso, determina in qualche modo la fortuna e lo stato suo nella vita. A questa grande esperienza, insino alla quale nessuno nel mondo riesce da molto piú che un fanciullo, il vivere antico porgeva materia infinita e pronta: ma oggi il vivere de’ privati è sí povero di casi, e in universale di tal natura che, per mancamento di occasioni, molta parte degli uomini muore avanti all’esperienza ch’io dico, e però bambina poco altrimenti che non nacque. Agli altri il conoscimento e il possesso di sé medesimi suol venire o da bisogni e infortuni, o da qualche passione grande, cioè forte; e per lo piú dall’amore; quando l’amore è gran passione; cosa che non accade in tutti come l’amare. Ma accaduta che sia, o nel principio della vita, come in alcuni, ovvero piú tardi, e dopo altri amori di minore importanza, come pare che occorra piú spesse volte, certo all’uscire di un amor grande e passionato, l’uomo conosce giá mediocremente i suoi simili, fra i quali gli è convenuto aggirarsi con desiderii intensi, e con bisogni gravi e forse non provati innanzi; conosce ab esperto la natura delle passioni, poiché una di loro che arda, infiamma tutte l’altre; conosce la natura e il temperamento proprio; sa la misura delle proprie facoltá e delle proprie forze; e oramai può far giudizio se e quanto gli convenga sperare o disperare di sé, e, per quello che si può intendere del futuro, qual luogo gli sia destinato nel mondo. In fine la vita a’ suoi occhi ha un aspetto nuovo, giá mutata per lui di cosa udita in veduta e d’immaginata in reale; ed egli si sente in mezzo ad essa, forse non piú felice, ma per dir cosí, piú potente di prima, cioè piú atto a far uso di sé e degli altri.                                                                    (Giacomo Leopardi, Pensieri LXXXII)

IL DIRIGENTE SCOLASTICO

Roberto Fattore

Allegati

487_La grande esperienza.pdf

Pubblicato il 07-06-2024