La classe 2B all'apertura della Mostra alla Camera dei deputati “Giacomo Matteotti. Un ritratto per immagini”

La classe 2B oggi, 17 ottobre, a Roma ha partecipato all'apertura della Mostra alla Camera dei deputati “Giacomo Matteotti. Un ritratto per immagini”.

Alla classe è stato riservato un momento dell'inaugurazione dedicato alla lettura di un testo scritto a più mani dalla classe.

Grazie davvero a tutte e tutti ed un particolare ringraziamento alle Docenti accompagnatrici e al Dirigente Scolastico che hanno guidato la classe in questa importante e molto apprezzata esperienza. 

Discorso su Giacomo Matteotti

Testo a cura della classe Ⅱ B

Pensando alle grandi personalità del passato, si tende sempre a tracciare una netta divisione tra la vita privata e la dimensione pubblica e professionale. Questa scissione però non è mai possibile. L’essere umano non è un robot, non agisce secondo una volontà asettica e fredda, estranea da ogni esperienza ed emozione. Ogni azione che compiamo, ogni frase che pronunciamo è riflesso del nostro vissuto personale e talvolta anche delle nostre relazioni affettive.

Dunque, non è pensabile riflettere sulla figura di Matteotti solo in quanto politico. Non è possibile scindere il politico dall’uomo o l’uomo dal politico. Ma per comprenderlo fino in fondo, è importante considerare le sue origini, il rapporto con la sua famiglia, la sua vita oltre la politica.

Giacomo era un ragazzo benestante del Polesine, terra che al tempo era tra le più povere d’Italia. É proprio là nel Polesine, di fronte alla situazione di indigenza dei braccianti, che in lui nasce il desiderio di equità e giustizia sociale. Questo desiderio si trasforma presto in azione e Giacomo dà prova di dedizione e coraggio, coraggio alimentato anche dal supporto della moglie Velia Titta, che, come testimoniano le sue “Lettere a Giacomo”, non gli chiese mai di tirarsi indietro, pur essendo consapevole dei rischi che correva e a cui esponeva anche la famiglia. Coraggio e consapevolezza segnarono tutto il percorso di vita di Giacomo, uomo che credeva fermamente nelle sue idee, come ci suggeriscono le sue parole: “uccidete me, ma l’idea che è in me non la ucciderete mai”.

Ora veniamo a parlare della figura di Matteotti sul piano storico e politico, ma da un punto di vista particolare, quello di noi studenti: ripercorrendo le sue riflessioni sul tema della scuola e dell’educazione.

Egli si impegnò, attraverso i suoi scritti e le sue azioni, ad assicurare a tutti i cittadini un’occasione culturale socialmente educativa, indistintamente dalla classe di censo.

Matteotti parla di educazione nella sua tesi di laurea “La Recidiva”, pubblicata nel 1910, nella quale pone l’attenzione sulla potenza dell’istruzione intesa, lui afferma, “non nel senso più particolare di un diretto insegnamento di norme, ma nel senso più largo comprendente tutti quei fatti dell’ambiente familiare e sociale, i quali esercitano un’azione diretta sullo sviluppo psichico e morale dell’individuo”.

La scuola oltre a trasmettere conoscenze deve anche offrire gli strumenti adeguati per sviluppare pensiero critico. Infatti, Matteotti, durante il Congresso dei comuni socialisti dell’ottobre 1919 afferma che la cultura debba essere larga e libera, perché “è dal confronto che scaturiscono le verità e il cittadino si dischiude un po’ e comincia a ragionare”.    

Matteotti è tra i primi a ritenere l’istruzione un metodo utile all’emancipazione sociale del popolo meno abbiente, perché genera conoscenza, quindi libertà di pensiero, consapevolezza di essere cittadini e perciò responsabili nel prendersi cura di se e degli altri. La cultura deve essere a disposizione di tutto il popolo affinché possa coltivare le sue più alte aspirazioni e nobilitare sé stesso.

La rivoluzione sociale non può avvenire senza un’evoluzione di pensiero: il riscatto del lavoro è opera dei lavoratori stessi, anch’essi preparati a gestire la cosa pubblica, grazie ad un’educazione adeguata. Nel giornale “La Lotta” in un articolo dell’agosto 1899, Matteotti afferma che” gli uomini, pur privi della formazione che ricevono gli aristocratici nei seminari, se aiutati ed educati, possono essere validi amministratori competenti e onesti”.

Agli ideali, Matteotti accompagnava le azioni concrete; in Sicilia nel 1917, ebbe l’iniziativa di organizzare una scuola per analfabeti e commilitoni e si prese cura di un bambino orfano: è dal rapporto con questo ragazzino che Matteotti descrisse l’amore per la patria come l’affetto per un figlio, in una lettera indirizzata alla moglie. Anche da questa esperienza di educatore, si rese conto della necessità di operare un radicale cambiamento per istituire una scuola rivolta al popolo.

Durante la discussione parlamentare del 22 novembre 1920, alla Camera dei Deputati, Matteotti sollevò la questione della scuola popolare. Afferma l’importanza della scuola elementare accessibile a tutti. Pone al ministro dell’istruzione Croce il problema della mancanza di strutture scolastiche adeguate alle nuove esigenze dei cittadini e denuncia la presenza di aule con troppi studenti e gli orari sdoppiati; chiede lo stanziamento di fondi statali per gli edifici scolastici e che sia rispettata la legge Casati del 1859, che prevedeva un massimo di 70 alunni per classe, mentre in alcuni casi si superavano i 100 studenti per aula, e che fissava a 5 ore la durata delle lezioni, rifiutando così lo sdoppiamento degli orari che riduceva l’insegnamento a 2 ore per gruppo di studenti.

In questo senso, possiamo definire Matteotti come il precursore della scuola inclusiva, che valorizza l’insegnamento e il rapporto tra il docente e gli studenti.

Convinto che l’animo dei giovani si possa plasmare con modelli positivi, per gli studenti sottoposti a detenzione, Matteotti affianca alle guardie carcerarie la figura del maestro-educatore, inserendo laboratori di ogni mestiere. Tutt’oggi i percorsi per i ragazzi detenuti nelle carceri minorili prevedono la formazione come l’elemento centrale.

È sulla base di queste riflessioni che riteniamo Giacomo Matteotti ancora attuale per il tema dell’educazione e della scuola popolare: le sue idee resteranno per sempre immortali.

Testo a cura degli Studenti e delle Studentesse della classe 2B

Pubblicato il 17-10-2023